Reddito di Cittadinanza: Renzi vuole toglierlo

Reddito di Cittadinanza: Renzi vuole toglierlo

Renzi colpisce ancora una volta e una volta ancora finisce sotto i riflettori del web. La sua asserzione, questa volta, sarebbe legata al Reddito di Cittadinanza, lo strumento impiegato dal 2018 nel governo Conte I per combattere la povertà e le disuguaglianze.

Come funziona in breve il Reddito di Cittadinanza:

Il Reddito di Cittadinanza consiste in un assegno erogato appena un mese dopo averne fatto richiesta. Per averne diritto bisogna soddisfare precisi requisiti legati all’ISEE, in particolare:

  • Può chiederlo chi ha un reddito annuo inferiore a 9360 euro;
  • risiede in Italia da ALMENO 10 anni;

Non ne possono usufruire invece:

  • Coloro che hanno un patrimonio immobiliare di 30.000 euro o patrimonio finanziario di 6.000 mila euro (cifra che sale a 20.000 nel caso in cui nella famiglia ci fosse un membro disabile).

L’importo massimo che si riceve per i singoli è di 780 euro e 1330 per le famiglie composte da 3 maggiorenni e due minori (netti). Il sussidio è percepito per un massimo di 18 mesi, dopo scatterà un controllo. Nel caso si avesse ancora diritto al rdc questo sarà erogato per al massimo altri 18 mesi.

Qui tutti i dettagli sul Patto per l’inclusione sociale e gli approfondimenti

Alcune criticità:

Ci sono tuttavia alcune criticità sollevate non da pochi. Innanzitutto, le condizioni stabilite dal Patto per l’inclusione sociale non sempre sarebbero soddisfatte. Inoltre l’Ocse, pur riconoscendo i vantaggi apportati, evidenzia che la misura in alcuni casi possa essere “bypassata”. Un esempio si sarebbe riscontrato nei finti divorzi. Clicca qui per approfondire.

Renzi che non si smentisce mai:

L’uscita del Senatore questa volta sarebbe quelle di “proporre un Referendum per abrogare il Reddito di Cittadinanza” e che nel 2022 partirà la raccolta firme. Ecco, allora, a parte il fatto che le firme potrebbero essere addirittura di più dei suoi elettori, seppur con le criticità evidenziate nel rdc trovo estremamente sfacciata l’idea di abrogarlo. il sussidio è percepito da oltre 1 milione di nuclei famigliari (qui la mappa) e durante la pandemia ne hanno beneficiato ancora più persone. L’asserzione a non voler lavorare è una mancanza di rispetto verso tutti quei giovani che faticano a trovare lavoro e lo trovano. Credo che l’idea di lavorare di mettere le proprie capacità al servizio della società sia la cosa più bella che un giovane possa fare appena conclusi gli studi.